CITAZIONE
Mario Balotelli giudicato "colpevole" dal tribunale dell'Inter, multato per l'insulto a Mourinho in Inter-Fiorentina, criticato dai tifosi che prendono le parti del tecnico; Antonio Cassano, ormai estraneo a Delneri, fuori squadra e diventato un problema anche per la Samp. Situazioni simili di due "ribelli" che ingolosiscono Roberto Mancini, grande estimatore di entrambi. E uno dei due, a giugno, potrebbe davvero raggiungerlo al City.
La prospettiva più verosimile riguarda Fantantonio, che attenderà gli sviluppi della crisi con l'allenatore e, se non ci saranno spiragli per un ritorno definitivo nell'undici titolare, parlerà col presidente Garrone per trovare una soluzione. Cassano ama Genova e la Sampdoria, come ha dimostrato ampiamente nel recentissimo "no" alla Fiorentina: ma alla lunga entrerebbero in gioco altri fattori, non ultimi quelli economici e la possibilità di riagganciare, a 28 anni, la ribalta internazionale. Anche l'eventuale termine dell'esperienza del "nemico" Delneri in blucerchiato potrebbe essere insufficiente a trattenere il barese in blucerchiato: la società, infatti, potrebbe scegliere, dolorosamente, di resettare completamente ripartendo da un nuovo ciclo tecnico (gira da qualche settimana il nome di Walter Zenga) basato su una squadra giovane integrata da giocatori di esperienza, senza un leader condizionante come è sicuramente Cassano. Con 20-25 milioni - cifra che di certo non crea problemi alle traboccanti casse del City - le tentazioni di Fantantonio e della Samp si materializzerebbero.
Per la gioia di Mancini che, forse, sarebbe ancora più felice se in maglietta "sky blue" si materializzasse uno nelle primissime posizioni della personalissima "hit parade dei cocchi", vale a dire Balotelli. Qui l'operazione, oggettivamente, è molto, molto più dura. E la difficoltà ha un nome e un cognome: Massimo Moratti. Assolutamente non bisognoso di fare cassa, assolutamente convinto di avere in casa uno dei maggiori protagonisti degli anni '10, assolutamente convinto che, prima o poi, si troverà la formula di una convivenza perlomeno non belligerante tra Mourinho e Balotelli. E se mai si fosse costretti a una scelta, non c'è da scommettere la vita sul fatto che sia SuperMario a volare giù dalla torre di Appiano Gentile. Certo, c'è anche la volontà del ragazzo, il suo carattere impetuoso, la sua mancanza di diplomazia che si sfoga, per esempio, anche nei rapporti coi media. Un ambiente come quello inglese, dove si viene giudicati solo per i fatti (compresi quelli gossipari, come insegna la vicenda Terry) è sicuramente l'ideale per un tenace odiatore delle parole, delle dichiarazioni, dell'esposizione mediatica come Mario. Inoltre, c'è "papà" Mancini, a cui è grato e a cui riconosce sapienza calcistica necessaria per istruirlo. Ma per raggiungerlo, ci vorrà una rivoluzione, una ribellione molto più grande e tenace di qualsiasi "vaffanmou"
